Diario di Viaggio | Alla scoperta dell’Islanda Meridionale
I PAESAGGI GHIACCIATI DEL PARCO NAZIONALE DEL VATNAJOKULL
Ormai l’abbiamo messo in conto: passeremo questi ultimi giorni con il classico tempo islandese…La leggera pioggerellina che ci accompagna è davvero indicata per una visita alla simpatica chiesetta di Hofn, costruita in legno e torba e ricoperta da un soffice manto erboso, e al pittoresco cimitero di croci bianche che circonda la struttura.
La strada che ci conduce al Centro Visitatori del Parco Nazionale del Vatnajokull attraversa zone incredibili dell’Islanda, molto diverse da quelle viste finora: ghiacciai e montagne ci accompagnano da un lato, mentre dall’altra parte scopriamo un paesaggio desertico e quasi senza vita…
Passiamo accanto al ghiacciaio Oraefajokull da cui sbuca la montagna più alta d’Islanda, il Hvannadalshnukur, che in realtà è parte di un vulcano, e vicino ai Sandar, la regione formata da pianure desertiche di origine glaciale in cui la vita per qualsiasi essere vivente sembra essere impossibile!
Arrivati a Skaftafell decidiamo di sfidare il tempo atmosferico, che sembra essersi dato una calmata, e ci dedichiamo finalmente ad un trekking nel Parco Nazionale più grande del paese. Il Centro Visitatori fornisce importanti informazioni sul luogo e dà indicazioni sui possibili sentieri…
Noi decidiamo di intraprendere il sentiero S6 che, risalendo la montagna, passa accanto alla lingua di un ghiacciaio fino a Sjonarnipa, che offre il miglior punto di osservazione sulla distesa bianco-azzurra e da cui si possono sentire i rumori del ghiaccio che si muove…
Il sentiero continua a sinistra attraverso una brughiera fiorita che conduce a Svartifoss, la famosa “cascata nera” che deve il suo nome alla cornice di colonne di basalto che le fanno da sfondo. Proseguendo il sentiero, attraversiamo un bosco di betulle nane e scorgiamo alcuni quadretti naturali dove l’acqua, i suoi salti e la ricca vegetazione sono le protagoniste indiscusse.
Il nostro cammino ci porta a scoprire l’incredibile canyon di Fjardrarglijufur un esempio di architettura naturale che in circa 2 milioni di anni ha saputo esprimere il suo meglio. A soli 3 km e mezzo dalla Hringvegur lungo la statale 206, esattamente prima che questa diventi una strada F, si trova questo magnifico punto di interesse che vi consigliamo davvero di visitare.
La giornata uggiosa rende questo scenario mistico e ancor più suggestivo e i verdi accesi dei muschi, che nel corso degli anni hanno colonizzato le pareti del canyon, impreziosiscono e incorniciano questo paesaggio.
Sarebbe bello poterci fermare qui a campeggiare, ma la nostra tabella di marcia non ce lo permette e ci rimettiamo in moto per raggiungere la cittadina di Vik, proprio prima che ci sorprenda un grande acquazzone. In fretta e furia riusciamo a montare la nostra tenda e a rifugiarci nell’accogliente ma affollata cucina del campeggio dove possiamo finalmente rilassarci un pò chiacchierando con gente proveniente da ogni parte del mondo prima di concederci un meritato riposo.
FINALMENTE PUFFIN…
Sono le 6 e una fresca brezza mattutina ci sveglia quasi di soprassalto. Una strana sensazione ci fa alzare bruscamente dai nostri sacchi a pelo… apriamo la zip della tenda e notiamo che siamo letteralmente immersi in una pozza d’acqua. L’abbondante pioggia notturna ci regala una nuova avventura!
Velocemente raccattiamo le nostre cose e ci tuffiamo in macchina nel tentativo di asciugare la nostra “preziosissima dimora”.
Sotto una pioggia che non sembra voler smettere ci rimettiamo al volante con la speranza di riuscire finalmente a trovare le pulcinelle di mare che stiamo ormai inseguendo da dieci giorni. Si vede che è il nostro giorno fortunato e che abbiamo trovato il luogo migliore per poter avvistare queste buffe creature: la costa di Vik ospita una delle meraviglie naturali dell’Islanda meridionale, l’aspro e selvaggio promontorio di Dyrholaey. Purtroppo il cielo completamente grigio non ci ha permesso di ammirare lo spettacolare scenario che circonda la costa rocciosa di basalto, ma, fotograficamente parlando, questo ha creato l’atmosfera migliore per ritrarre la miriade di puffin che ci siamo trovati davanti.
Certo, rischiare di rovinare tutta l’apparecchiatura fotografica per uno scatto sotto l’incessante diluvio potrebbe sembrare insensato, ma se questo è il risultato, ne vale la pena!
Oggi dedichiamo la giornata alla ricerca dello scatto perfetto e ci avventuriamo nel deserto nero di Solheimasandur, che nel 1973 è diventato la dimora di un aereo “fantasma” della Marina Americana a causa di un atterraggio di emergenza. Una passeggiata di un’oretta circa ci conduce alla carcassa del Flak DC-3, che ben si presta a fare da cornice per alcuni scatti in stile post apocalittico. Le lunghe distese di sabbia nera ci accompagnano in questa incredibile esperienza on the road portandoci a scoprire le emozionanti cascate di Skogafoss e di Seljalandsfoss, tappe imperdibili del nostro viaggio prima di raggiungere la più grande tra le città meridionali, Selfoss.
Non vanta particolari attrazioni, ma è un buon punto in cui soggiornare prima di avventurarsi verso l’entroterra.
UN VIAGGIO NEL TEMPO: IL LANDMANNALAUGAR
Il viaggio è agli sgoccioli e come penultimo giorno decidiamo di recarci verso uno dei luoghi più spettacolari di tutta l’Islanda: il Landmannalaugar.
Grazie ad uno dei bus 4×4 che effettuano escursioni giornaliere verso l’entroterra (Trex, 100€ andata e ritorno) siamo partiti con le prime luci dell’alba da Selfoss e in circa 3h e 30 abbiamo raggiunto la nostra meta costeggiando paesaggi lunari ed attraversando guadi glaciali…insomma un’esperienza tutta da vivere!
Nebbie fitte, pozze sulfuree ribollenti e colori scintillanti ci appaiono non appena scendiamo dal nostro mezzo “blindato”.
Un veloce sguardo al campo base in cui escursionisti ed avventurieri si preparano per affrontare il lungo trekking di Laugavegurinn che li condurrà in 3 giorni circa a Porsmork (la famosa foresta di Thor) prima di chiedere indicazioni al minuscolo centro visitatori, in cui ci consigliano di fare una escursione verso la vetta dai mille colori di Brennisteinsalda, per poi raggiungere la cima di Sudurnamur. 11 km e 900m di dislivello circa di escursione effettuata praticamente in solitaria ci portano ad innamorarci completamente di questi paesaggi. Forse uno dei posti più incredibili visti finora!
Mille parole non potrebbero descrivere la magia che questo posto ci ha regalato… Speriamo dunque che questi scatti possano farvi vivere almeno in piccola parte le grandi emozioni che abbiamo provato durante questa magnifica escursione!
IL CIRCOLO D’ORO
Con gli occhi ancora pieni di meraviglia ci prepariamo ad affrontare il nostro ultimo giorno in Islanda.
Dopo aver preparato gli zaini e tenuto da parte le scorte di cibo per la giornata, dedichiamo la giornata alla zona storicamente più importante e significativa per la popolazione islandese. Trovandosi a due passi da Reykjavik ed essendo bersagliata dalle guide organizzate, il Circolo d’Oro è una destinazione troppo turistica per i nostri gusti, ma non si può non dedicare almeno qualche ora per scoprirne le bellezze.
Per gli appassionati di storia il Parco Nazionale di Pingvellir è un piccolo gioiello islandese. In una grande vallata in cui si alternano artistiche cascate e corsi d’acqua, proprio dove la placca nordamericana e quella euroasiatica si sono incontrate formando l’Almannagjà, si trova una grande spaccatura nel terreno che ha dato vita ad una caratteristica muraglia naturale.
Senza sforzarci troppo, capiamo il perchè gli antichi vichinghi abbiano fondato qui il primo parlamento democratico del Nord Europa, l’Alpingi.
Come usanza dell’epoca, l’assemblea delle popolazioni del nord si svolgeva all’aperto, in questa distesa naturale che prese il nome di Pingvellir, la “pianura delle assemblee”, in cui oggi si possono ammirare alcuni resti, tra cui la “roccia della legge” e il corridoio in cui si svolgeva il mercato. Nel piccolo centro visitatori, grazie ad alcuni filmati e istallazioni digitali, si possono scoprire curiosità sulla storia dei vichinghi, sulle tradizioni e la vita quotidiana dell’epoca.
Ci dirigiamo ora verso quella che viene definita la cascata più famosa d’Islanda, la cascata d’oro, Gullfoss: con 32m di dislivello questa forza della natura incanta i visitatori mostrando tutta la sua potenza.
Per concludere il nostro tour del Circolo d’Oro ci rechiamo alla terza ed ultima tappa che ci porta a scoprire la sorgente calda da cui tutti i geyser del mondo hanno preso nome, Geysir.
Quest’ultimo dopo ben 800 anni di vita ha ridotto la sua attività nel 1916, lasciando spazio al fratello minore Strokkur che produce getti d’acqua bollente alti fino a 30m.
Le luci iniziano a calare e questo fenomeno ci porta alla mente il fatto che mancano ormai poche ore alla nostra partenza.
Affamati ci dirigiamo verso Reykjavik per un ultimo saluto alla capitale e ci gustiamo una cena alternativa in riva al lago che suscita molte attenzioni da parte dei passanti. Non vedranno molto spesso due italiani cucinare la pasta su un fornello da campeggio in centro città!
Con la consegna delle chiavi della macchina e la notte trascorsa nuovamente accampati in aeroporto il nostro viaggio si conclude… ma non la nostra voglia di Avventure!
L’Islanda è stata un luogo magico che ci rimarrà per sempre nel cuore…
#OnTheRoadToIceland