Il Parco e la Volpe
Nel Parco Nazionale del Gran Paradiso capita con una certa frequenza di incontrare volpi confidenti. E’ un momento di grande emozione, soprattutto in inverno, quando la folta pelliccia avvolge uno sguardo dolce e astuto, confidente ma attento. La sensazione di essere a pochi metri da un animale selvatico e di solito elusivo, che si mostra in tutta la sua bellezza in totale disinvoltura, è quanto di più armonioso possa capitare mentre si affondano i passi in una candida neve tra i silenziosi boschi di larice nel fondovalle del Parco.
Anche in quota può avvenire, e non solo d’inverno. A 2500 metri, dove i boschi hanno ormai lasciato il posto a praterie, laghetti e torbiere, è sempre lei, inizialmente apparentemente irraggiungibile, lontana, selvaggia, poi sempre più confidente, curiosa e… mendicante.
Il motivo per cui queste volpi si avvicinano con tanta disinvoltura è che sono ormai abituate a ricevere direttamente cibo dall’uomo oppure vederselo servito “su una mangiatoia d’argento” abbandonato o lasciato intenzionalmente nei pressi di abitazioni e ristoranti. Un gesto in buona fede, motivato dalla volontà di aiutare, ma solo apparentemente positivo per l’animale.
In questo modo, con il tempo, le volpi perdono completamente la diffidenza verso l’uomo e le strade, correndo il pericolo di finire investite dalle auto. L’istinto predatorio viene meno, viene compromessa l’abitudine alla caccia, prevale la volontà di avvicinarsi ai centri abitati dove trovano rifiuti e alimenti poco o per nulla nutrienti se non addirittura dannosi alla salute, come salumi e dolci.
Quando una volpe si avvicina ricordiamo per il suo bene che è opportuno evitare ogni comportamento che riserveremmo ad un animale domestico, godiamoci l’incontro e ammiriamo la sua bellezza, ma rimaniamo consapevoli che questa curiosità verso la nostra figura potrebbe rappresentare per lei un problema. Allontaniamoci con rispetto dopo poco tempo, senza la preoccupazione di non aver fatto nulla per aiutarla.